1) Le colf e badanti non conviventi devono restare a casa propria o possono continuare a lavorare dalla famiglia che le ha assunte?
È possibile ridurre l’orario di lavoro?
L’attività di lavoro domestico può proseguire sia a ore sia a tempo pieno anche nel periodo di emergenza per coronavirus.
A prescindere da questo momento di emergenza, poi, è sempre possibile operare una riduzione del rapporto di lavoro. Si consiglia sempre al datore di lavoro di mettere per iscritto tutte le modifiche contrattuali.
2) Se la colf vuole continuare a lavorare e la famiglia vuole sospendere come ci si regola?
Posto che la soluzione migliore sarebbe quella di trovare un accordo, possibilmente scritto, in cui si sospende l’attività con l’impegno di recuperare più avanti le ore perse, se la colf insiste per venire la famiglia potrebbe tentare la strada di ferie, visto che nel lavoro domestico non esiste il congedo ordinario. E se il lavoratore non ha ferie? Si possono anticipare, garantendo così una retribuzione al dipendente senza dover interrompere il rapporto di lavoro.
3) È possibile licenziare? Il blocco dei licenziamenti del nuovo Decreto Legge “Cura Italia” vale anche per il lavoro domestico?
In caso di licenziamento in generale bisogna rispettare i termini del preavviso che varia da 8 a 15 giorni in base all’anzianità. Tuttavia se ricorre la giusta causa di licenziamento il preavviso non si applica.
In caso di licenziamento al collaboratore domestico va pagata anche la liquidazione. Possibile anche anticipare quote del trattamento di fine rapporto, che permette di evitare il licenziamento.
Il blocco dei licenziamenti previsto dal Decreto Legge 17 marzo 2020, n.18, al momento non include i lavoratori domestici. Chi ha assunto colf, badanti o babysitter può cessare il rapporto di lavoro rispettando i termini di preavviso previsti dal CCNL.
4) Se la badante che vive in casa vuole uscire posso impedirlo?
La risposta è negativa perché nessun privato può limitare la libertà altrui.
Se la colf è regolarmente assunta e non può andare al lavoro a fronte del nuovo decreto può essere invitata a prender le ferie. Se il lavoratore si rifiuta può chiedere anche di godere di permessi non retribuiti.
6) Posso fare uscire la colf per fare la spesa?
La risposta è affermativa. È opportuno che la colf porti con sé un’autocertificazione in cui dichiara il motivo dell’uscita e le generalità del datore di lavoro e abbia a cuore di usare tutte le precauzioni del caso.
7) Ci sono ammortizzatori sociali per i lavoratori domestici?
No. Al momento questa categoria di lavoratori è esclusa dalla Cassa integrazione o da altri ammortizzatori sociali. I collaboratori domestici possono accedere al Fondo per il reddito di ultima istanza (articolo 44 del decreto legge 18/2020 che dovrebbe fornire misure di sostegno al reddito ai lavoratori che hanno cessato, ridotto o sospeso l’attività a casa dell’emergenza per il coronavirus.
8) Le famiglie che continuano a pagare la colf che non lavora a causa dell’emergenza possono chiedere il rimborso?
Al momento questa possibilità non è prevista.
9) Il pagamento dei contributi è sospeso?
In base alle disposizioni del decreto legge Cura Italia, i pagamenti dei contributi previsti per i lavoratori domestici dovuti fino al 31 maggio, sono rinviati. I datori di lavoro potranno posticipare i versamenti al mese di giugno dei contributi per i quali l’Inps ha già inviato i bollettini da pagare entro il 10 aprile.